sabato 19 gennaio 2013

delicati equilibri


Gli uomini hanno delle passioni.


Anche le donne, certo. Eppercarità, sarebbe grave il contrario.
Ma, a volte, le passioni che prendono il controllo di colui che appartiene al genere maschile, hanno la raffinata capacità di superare il confine dell'allegro hobby e passare al livello successivo: la per-niente-allegra ossessione.

Anche alle donne accade, certo. 


Ma una donna, quando sente di essersi avvicinata troppo alla perdita totale delle proprie facoltà mentali, è capace (quasi sempre) di ristabilire una giusta lista di priorità.

Ecco l'uomo, diciamo, fa più fatica.
Un esempio valido è lo sport (e con sport intendo "sto seduto sul divano e guardo gli altri correre").

Oppure  i temibili, mefistofelici videogiochi.

Posso assicurare con discreta certezza che l'uomo appassionato di videogiochi arriverà in breve tempo ad idolatrare i suddetti. 
E, presto o tardi, verrà  il giorno in cui lo troverai a guardare il suo strumento d'accesso ad un mondo virtuale, con lo stesso sguardo innamorato che tu pensavi appartenesse solo alla lontra in calore.

Non so se risulti abbastanza chiaro, ma la di Lui droga sono i videogiochi ed in particolare la play-station. (Potesse bruciare negli Inferi. La play-station, intendo.)

Sommiamo a questo il fatto che io appartengo alla categoria più temuta dall'uomo: quella che crede sia necessario dedicare un po' di tempo alla coppia.

Otterremo così la vera motivazione del lavoro a cui mi sto dedicando da tempo. 

Ovvero:

Lui arriva a casa dopo una lunga ed estenuante giornata lavorativa, mangia con le poche forze rimastegli e poi comincia il travaglio che porta alla sospirata nanna di nostra figlia.

Nel momento in cui chiudo trionfalmente la porta della camera che ospita i fanciulleschi sogni, inizia quello che per me è l'adorato "momento noi due".

Ma Lui è già collassato privo di sensi sul divano.

Questo, durante il 50% delle serate. Cosa succederà mai il restante 50%?

Il "momento noi due" avviene. 

Il problema è che non avviene con me. Avviene con la play-station.

Dopo aver inutilmente strepitato e battuto i piedi, ho optato per la comunicazione non violenta. 
Tale comunicazione consiste nel sedermi accanto a Lui, impegnata in qualcosa di palesemente noioso, ed emettere qualche rumoroso sospiro di tanto in tanto. Per mesi. Tutte le sere. (Pover'uomo, lo so.)

I risultati prodotti sembravano scarsi, ma ciò non mi ha mai fatto demordere.


Stasera, finalmente, uno spiraglio di luce. 

Al mio centocinquantunesimo sospiro circa, Lui si è voltato verso di me.

Illuminata da nuova speranza, l'ho guardato. Come si guarda un eroe.

Lui ha sorriso.

Io ho pregustato le sue dolci parole. 
Parole di comprensione. 
Parole di chi capisce all'improvviso quanto sia meglio un abbraccio, una carezza piuttosto che la fredda corazza di un essere inanimato.
Parole di chi, in un istante, vede chiaramente quanto tempo prezioso sta sprecando. 
E decide così di rimediare subito.





Lui ha detto: "E' meraviglioso aver trovato questo equilibrio fra noi, vero, amore?"





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