sabato 12 gennaio 2013

dieci e lode


Sorridi, e il tuo sorriso fa sorgere il sole nella stanza.

Ridi -tanto, tantissimo- con quel suono che ha fatto dire a tua zia, quattordicenne, "mi fa stare bene".  

Saluti tutti e tutto, indistintamente. Chi ti guarda ma anche chi neanche ti vede, chi si ferma a parlarti ma anche la tazza del water, il gatto ma anche la briciola di pane. 
E mi ricordi che il contatto umano è dolce e semplice. E mi ricordi che sarebbe bello non perdere mai la genuinità del saluto.

Gattoni ai duecento all'ora e ti arrampichi ovunque, soprattutto dove il rischio di farti male è più alto. Ma non posso non incantarmi davanti alla tua fame di scoperta, davanti all'entusiasmo di chi vede tutto per la prima volta.

Sei testarda e terribile oltre ogni immaginazione, ma non oltre l'immaginazione di tuo padre, perché sei uguale a lui. E questo mi fa impallidire, perché so cosa mi aspetta.

Balli come se non ci fosse un domani, balli al primo accenno di musica, dalla lirica all'hard rock. 
E c'è qualcosa di incredibilmente poetico nel fatto che i cuccioli di essere umano imparino prima a ballare che a camminare.


Oggi hai dieci mesi ed io sto imparando a ballare di nuovo, con te.

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