lunedì 11 febbraio 2013

un giorno intero


Mano nella mano. E in quella stretta c'è la nostra nostalgia che scivola giù dalle fessure di dita intrecciate.

Le nostre mani abbracciate sono l'unica valigia che abbiamo portato. 
Per il resto, solo un cappotto con un sorriso che spunta dalla tasca.

Camminiamo dopo aver nascosto l'orientamento sotto la necessità di perderci, di non far trovare le nostre impronte al tempo, di ritrovarci in vie sconosciute e dire:
"trasferiamoci qui."

Ci investe il Carnevale senza averlo cercato e io guardo un carro fatto di maschere e sorrisi e scopro un viso sconsolato che lotta contro le lacrime e perde la lotta, chiamando sua madre con tutto il fiato in gola. 
Sorrido di fronte a quella piccola coccinella che mi ricorda la me stessa di anni prima, che cercava di buttarsi giù dal carro stipato di principesse, sperando che la sua scopa da strega la portasse via, possibilmente in un altro universo. 

Entriamo in un posto così bello. 
Alcuni libri hanno addosso un biglietto scritto a mano con i "consigli del libraio", una parete intera è ricamata di "consigli dei lettori" nello spazio di un post-it. 
Muri di libri per tre piani e poi tavolini di legno per fermarsi e mangiare.
Voglio vivere qui dentro, penso, a leggere cibo e mangiare libri. 
Finché non sarò sazia di bellezza. Ma non si è mai sazi di bellezza.

La nostra cena, lì dentro. Odore di vino e di carta, di parole che escono dalle nostre bocche e sono leggere come un volo di farfalle. 

Usciamo per fermarci, poco dopo, in un bar. 
La piazza ha la voce di ragazzi che si incontrano, che si salutano con rituali di mani che sbattono, che si abbracciano come fratelli, che hanno vestiti corti ma non sentono il freddo. 
E noi a bere un po' di quella giovinezza, a vivere la nostra. 

Torniamo a casa, e ci accoglie un profilo di bimba addormentato. 
Vado a baciare i suoi sogni, uno ad uno. 

Un giorno intero, solo per me e per Lui. 
Un giorno intero in cui siamo adolescenti che fuggono da scuola, in un mattino di sole. 
Un giorno intero per guardarci bene negli occhi e riconoscerci.
Un giorno intero, perfetto. Perché al ritorno c'era un lettino piccolo, accanto al nostro.

9 commenti:

  1. Bellissimo e mi piacerebbe tanto sapere dove si trova questo posto!!!!

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    1. Il posto in cui abbiamo mangiato si chiama Eataly e so con certezza che c'è a Bologna, Torino e Roma. Poi non so se l'abbiano aperto anche in altre città! Però, ti assicuro, merita davvero. Sai quei posti in cui entri e stai bene? Ecco, così:-)

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    2. Appuntato, qui da noi forse non c'è ma Roma non è così lontana. Grazie!!!

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  2. Ma bellissimo posto (e anche questo post)!!!!!! Avete fatto bene a ritagliarvi un giorno per voi, per riscoprirvi e rinnovarvi e per tornare accanto a quel lettino piccolo ancora più felici di prima. DileIntheMiddle

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    1. Si, è stato come prenderci per mano per la prima volta, davvero!
      Che dolce sorpresa trovarti qui:-)
      Un abbraccio

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  3. Che meraviglia, cara! È fondamentale credo non perdere di vista che, nonostante la bimba, siete sempre una coppia innamorata! Volevo dirti che da oggi sei nel mio blog-roll, cosí non ti perdo di vista ;-). Baci, tesoro.

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    1. Hai ragione....ed io mi stavo veramente dimenticando di cosa significasse trovarmi nei suoi occhi! Ti abbraccio forte e poi più forte ancora :-)

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  4. Un giorno per noi ...non ci riusciamo da anni! ma mi hai fatto venire voglia :D

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    1. Noi non avevamo ancora avuto un momento per noi da quando è nata! E mi mancava...molto! Organizza e scappa per un giorno solo per voi...è rigenerante! :-)

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