giovedì 21 marzo 2013

quotidianità - prima parte.


Era l'estate del 2011, ed io da più di un anno lavoravo come una disperata per riuscire a pagare la retta dell'università più affitto e spese insieme a Lui.

Durante il pomeriggio studiavo, 
dalle nove di sera fino all'una del mattino facevo la barista dentro un cinema, dalla mattina alle otto fino alle sedici ero una cassiera in un supermercato.

Un supermercato che insieme detestavo e ringraziavo, come si fa con un insegnante severo che ti spreme fino alle lacrime più amare, ma nel frattempo ti insegna la vita.

Lo odiavo, perché lì dentro mi sfruttavano ai massimi livelli, approfittando della mia totale e disarmante incapacità di dire "no". 
E non per bontà, ma per semplice debolezza. E insicurezza. 
Perché sono posseduta da questo germe che mi mangia pezzetti di cuore di fronte al rifiuto. 
Quindi io, di rifiutarmi, sono incapace. 
Anche quando sarebbe veramente necessario. 
Anche quando ci va di mezzo il rispetto per me stessa. 

Perciò, da commessa part-time ero diventata quella che "puoi-chiamarla-a-qualsiasi-ora-del-giorno-e-della-notte-e-in-un-attimo-sarà-qui".

Risultato: lavoravo più di un full-time e, a volte, iniziavo alle sei del mattino con nuova mansione di carico e scarico merci. 
Ed io che a fare queste cose mi ero sempre immaginata un possente e nerboruto signore, munito di canottiera con riccioli di peli annessi.

Nonostante questo, ero grata a quel supermercato. 
Perché, grazie a lui, stavo realizzando i miei sogni.

Riuscivo a pagare l'università, la prima vera cosa che facevo per me e solo per me. 
Per lungo tempo avevo pensato che non me la sarei mai potuta permettere. 
Invece, con quel pizzico di incoscienza che certe volte è l'ingrediente segreto per un'ottima riuscita, sono uscita di casa per cercare uno, due, dieci lavori. Avrei fatto tutto il necessario per riuscire ad ottenere ciò che desideravo.
Sono andata ad acchiappare la mia indipendenza con le mani, strappandole i capelli, quasi. 
E trovati i lavori, potevo finalmente studiare, come ho sempre amato fare.

Ma potevo anche dividere l'affitto con il mio amore e stendermi su un pavimento ancora vuoto con i vestiti sporchi di pittura, a riempirci gli occhi del verde appena steso sulle pareti, a ridere per una casa piccola così, ma con una stanza di prato ed una di mare. 
Ci sembrava di aver catturato l'infinito.

Potevo usare una macchinina un po' catorcio e non di mia proprietà, ma amata come si ama il vento tiepido che entra dentro un finestrino abbassato e la musica che si abbandona alle sue braccia trasparenti, trafitta di passione.

Potevo avere tutto questo, ed era grazie a quel cinema, ma soprattutto a quell'odiato supermercato.

Per questi motivi, arrivavo a casa stanca, stanchissima, ma lo ringraziavo ogni giorno. 

Poi, a luglio di quello stesso anno, ho scoperto di essere incinta.

In un colpo solo, ho perso i miei lavori (drammi della precarietà), la macchina, l'indipendenza.

Ci ho messo un po' a riprendermi, perché l'egoismo umano è tenace e lotta per la sopravvivenza.
Perché era già successo più di una volta, per altri motivi, che la mia vita cambiasse in modo radicale da un giorno all'altro.

Come fossi un personaggio di carta che, a intervalli quasi regolari, si ritrova improvvisamente a respirare fra le righe di un libro che non è più quello in cui si è addormentato la sera prima.

Ma poi, inaspettatamente, ho scoperto un altro mondo, al quale prima nemmeno pensavo, perché mi sembrava così lontano.

Un mondo fatto di un amore così intenso che non mi sta nel cuore, che straripa e dilaga nelle braccia, nelle mani. 
Nei piedi, gli occhi, i capelli...il mio corpo è amore per lei.

Ed io davvero prima non immaginavo neanche che gli esseri umani potessero amare in questo modo assoluto. 

Allora ho capito che questo è il libro giusto. 
Che lei, Lui ed io siamo la storia giusta. 

Non ho smesso di amare la mia indipendenza, non ho abbandonato l'università, perché gli esami rimasti indietro sono pochi, troppo pochi per rinunciare. 
Ho solo rallentato, sapendo che un giorno ricomincerò, ma con nuova forza. Con nuove priorità. Con mia figlia.

Il problema è che in mezzo a tutto questo, in mezzo ai miei desideri e alla mia nuova vita, ci sono anche esigenze più concrete.

Come, ad esempio, il fatto che un solo stipendio in tre ci stia facendo sprofondare in un sotto-zero così sotto-zero che non si vede più l'uscita, neanche quella di emergenza.

Ed è stato dieci giorni fa, mentre la mia mente camminava da sola fra questi pensieri, che ho ricevuto quella telefonata.


10 commenti:

  1. Quale telefonata??? Sono curiosa!!!!!
    Posso porgerti un piccolo premio? Se lo vuoi, è qui:http://www.mammavvocato.blogspot.it/2013/03/blog-che-ispirano-ed-inspirano.html

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    1. Non ho parole per ringraziarti, davvero.
      Mi rende felice vedermi dedicate queste parole da te, questo premio.
      Grazie, mille volte grazie! E un abbraccio grande come il mondo!

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  2. Che fai antipatica, ci lasci in sospeso così? E dopo la telefonata?
    A parte gli scherzi, mi chiedo come abbia fatto a studiare e lavorare come hai lavorato... Certo, poi la tua vita è stata inondata dalla luce e da un amore nuovo, diverso, e tutti i colori hanno fatto parte di te. Ma credo sia importante questo, cara: non farti mangiare pezzetti di cuore dagli altri, altrimenti alla tua piccola non rimarrebbe niente (solo lei può). Il tuo cuore è grande, tanto grande, un po' di sano egoismo non fa male: conservalo per la tua vita, per la vostra vita; agli altri puoi dire tutti i «sì - no» che vuoi, ma il cuore e l'anima sono troppo preziosi perché possano essere di chiunque. E sai, cara, qui racconti in modo splendido la fantasia, le luci e colori che vivono in te, specie da un anno in qua, ma non credere che tutti gli occhi sappiano vederli. Ci vorrebbero lenti speciali, e lascia che gli altri le inventino, tu non ne hai bisogno. Sai farti voler bene anche per questo.
    Scusa se mi sono dilungato.
    Un abbraccio pieno di primavera, che possa mantenerti acceso il «raggio di luce fra le mani». Un abbraccio tenero alla tua piccola, magari quando dorme così non fa casino (ma ti sveglia ancora sedici volte a notte?)

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    1. Sedici no, ma dieci sì! Sigh!
      Speriamo che l'inizio di una nuova quotidianità l'aiuti a regolarizzarsi un po'!
      Grazie per le tue parole preziose, come sempre.

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  3. Sono curiosa ma sento il lieto fine dietro l'angolo!!!! :-)))))

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    1. E senti proprio bene :-) Perché dietro l'angolo c'è proprio un lieto...inizio:-)

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  4. Chiaramente...sto morendo dalla curiosità ma sono ottimista, come Mammapiky :-). Sono certa che ci darai una bella notizia! Se prima ti stimavo, adesso che so dei tuoi sacrifici, ti adoro davvero!! Sei una donna straordinaria, hai l'unico difetto dell'insicurezza e dell'eccessiva modestia. Poi vedo solo pregi e una meravigliosa moglie/mamma/filosofa ;-)/lavoratrice instancabile/poetessa. Quando aprirai gli occhi su di te? Baci (sono in trepidante attesa del prossimo post :-))))))

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    1. L'unica cosa che posso dirti è che....ti adoro anche io!! Ma tanto, proprio:-)
      Un abbraccio di sole

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  5. oddio no e ci lasci sospese cosi? Pero' anche io sento che cè un happy end!!

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    1. Hai ragione, c'è un nuovo inizio alla fine di questa storia :-)
      Un bacio grande grande per tre!

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