mercoledì 3 settembre 2014

la provvista per l'inverno


Il mare siamo riuscite a vederlo solo pochi giorni.
Ma non importa, sai. Ne vale comunque la pena.

Quando torni verso casa e senti la sabbia che scricchiola sotto i piedi e quell'odore di sale che brilla in mezzo ai capelli e pervade tutto, tutto.

Non so se esista un odore più buono, forse il tuo.

Anche solo per quel momento, ne vale la pena. 
Ne vale la pena sempre, con il mare.

Di tempo, alla fine, ne basta poco per respirare l'azzurro e incollarselo addosso.
Per essere proprio sicuri che aderisca bene, basterà fare una capriola colorata.
Ma questo lo sai già, me l'hai insegnato tu.








Al nostro rientro, io dovevo lavorare per una settimana dalla mattina alla sera.


(Vantaggi di un contratto a chiamata:

"Ehm, io ad Agosto non ho nessuno che riesca a stare con la bimba, non riesco a lavorare"

"Non c'è problema, però avrei bisogno che tu venissi in negozio per una settimana intera a Luglio."

E, alla fine, mi hanno anche richiamata per Settembre. 
Che mica era così scontato. )


E tu sei stata con la nonna. 
Era la prima volta che non ti vedevo per sei giorni di fila. 

La mattina mi alzavo, facevo colazione, andavo in negozio.
Una quotidianità di piccole cose, tranquille, senza fretta. 
Sembrava di essere balzati indietro nel tempo.
Non stavo male, eh. Anzi. 
Ero piena di una calma bella, che quasi stordisce. 

Eppure.
C'era un vuoto che si alzava con me e mi teneva per mano.
Un vuoto fatto di risate e occhi blu. Che in alcuni momenti mi faceva male alla pancia. 

Poi Agosto è arrivato, ed io non lo amo. Non molto, almeno.

Quando da ragazzina abitavo al mare, ad Agosto partivamo sempre per la montagna e, proprio durante quel mese, al mio gruppo di amici al mare accadevano le cose più straordinarie. 
Mirabolanti avventure, amori nati davanti ad un tramonto sicuramente più rosa, giallo e azzurro di qualsiasi altro tramonto di qualsiasi altro mese.
Ed io mi perdevo tutto.
Agosto era un tizio antipatico (sicuramente adolescente) che nascondeva il foglio con mani sporche d'inchiostro, per non farmi vedere.

Ma questo Agosto eravamo tu ed io, e credimi se ti dico che è stato bellissimo.

Di quella bellezza che ha solo il tempo quando non devi contarlo ed entra dalla finestra lasciata socchiusa, si arrampica in ogni angolo della stanza e diventa pane e marmellata di mirtilli, e giochi che nascono da una scatola di carta.
E diventa il compleanno di un pupazzo amato e vecchio come me 
da festeggiare con una serietà che mi fa sorridere.
E favole che ti portano via, e ricordatelo sempre di farti portare via, ogni tanto.
E diventa "mamma, mi fai le cocche?" mentre fuori piove un po', ma in fondo che importa. 






Tanto poi il sole torna e si infila in mezzo agli alberi e ai pensieri. 








Ogni anno acchiappo uno dei suoi raggi e me lo nascondo nelle tasche, come provvista per l'inverno. Che sarà lungo e faticoso.

Quest'anno il mio raggio è la tua voce che canticchia "vita bella, bella vita" che io ancora non ho capito da chi hai imparato a dirlo.

E' quella bolla di sapone che insegui correndo forte nel prato.

Sei tu.







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